Don Vincenzo Petra - Cardinale

Cardinale Prefetto e Penitenziere Maggiore della Sede Apostolica, Vescovo titolare di Preneste, ebbe una speciale predilezione per Caccavone. Suoi fratelli erano il Duca Nicola Petra di Vastogirardi e Giuseppe Maria Petra, Marchese di Caccavone. Si dedicò molto all'abbellimento della Chiesa Parrocchiale, donando i quadri dell'Ultima Cena, delle Anime del Purgatorio e S.Antonio Abate (1743). Il primo, però, è andato perduto, perché, dato a restaurare ad un pittore napoletano, fratello del Vescovo di Trivento Luigi Agazio intorno al 1856, non tornò più indietro e fu sostituito da uno del Montagano, commissionato da Diodato Orlando. Il Cardinale commissionò per la Chiesa Madre anche il Tabernacolo in legno. Opera sua è anche il sepolcro in marmo, oggi perduto, del nipote Nicola Petra, figlio di Isabella Medici Orsini e Giuseppe Maria Petra, morto all'età di 22 anni il 13 agosto 1741, del 1743. Il Cardinale, il cui ritratto campeggia nella Chiesa Madre di Vastogirardi, dove ha lasciato in dono una ricca pianeta violacea con ricami in oro, il 4 luglio del 1743, nelle catacombe di San Calepodio estrasse il corpo di un santo martire, Prospero, e chiese a papa Clemente XII il 6 luglio dello stesso anno che fosse inviato in Caccavone, e creato patrono del Comune stesso. Il papa lo concesse, e lo stesso Cardinale, dopo averlo fatto sigillare in un'urna appropriata, accompagnò il corpo santo nella cittadina dove vi giunse il 21 agosto del 1743, accolto dal marchese Giuseppe e da tutto il popolo con gran tripudio.