Ugo Bartolomeo - Poeta e compositore

Ugo BartolomeoUgo Bartolomeo, fratello di Ennio, è nato a Poggio Sannita il 26 aprile 1929, quarto figlio di Pasquale e di Maria Carmina ORLANDO. Nel suo paese trascorre gli anni dell’infanzia e dell’adolescenza che coincisero col secondo conflitto mondiale. I tempi difficili della guerra lo videro circondato dall’affetto della famiglia la quale ebbe notevole influenza sulla sua formazione, i genitori lo educano ai sani principi dell’onestà e della generosità. Appena diciottenne intraprese la carriera militare. Fin dalla sua giovane età ha coltivato la passione per la poesia, per la canzone e  nei momenti di relax si dedica al suo passatempo il gioco delle carte arrivando anche a scriverne una interessante guida: "Fare cultura. Piccoli suggerimenti per godere appieno della compagnia degli amici." Nel 1998 ha raccolto nel libro “Le sette melodie” i suoi più celebri componimenti. La sua canzone più famosa resta “Le tue mani” finora mai incisa, ma conosciuta e amata anche dai più giovani. Un altro importante componimento è “La bisaccia” tema autobiografico sulla drammaticità del distacco dalla propria terra. E' deceduto il 14 luglio 2012 ad Avellino dove viveva con la moglie, Sig.ra Enza Pascale, da cui ha avuto 3 figli: Antonella, Sandro, e Rossana.


Testo “Le tue mani"
Eravamo soli tu ed io; eravamo soli a far l’amor! ma in quell’anno venne il gelo;
ed il nostro amor si congelò. Quant’eri bella! Con i tuoi capelli d’oro, piccola così! eri un tesoro.
Piccola così! eri un tesoro. Dammi le tue mani; son calde le tue mani; son belle le tue mani; mi parlano di te.
Nel buio della notte! Ho visto una luce; son gli occhi tuoi, son gli occhi tuoi. Son gli occhi tuoi, son gli occhi tuoi. Il cielo è coperto di nubi rosse bleu; tu sei lontana, da me non torni più.
Quant’eri bella! Con i tuoi capelli d’oro, piccola così! Eri un tesoro. Piccola così! Eri un tesoro.
 
Testo "La bisaccia"
Tu non lo sai! Ti prego aiutami!Che dolore mi darai cosa farò ma se resti con noi in questa città
vedrai tutto cambierà. Il sole non c’è Terra mia! Questo è vero! Terra mia! Fratello mio devo partire sono lontano
debbo andar via. e ti cerco anch’io. Stretto sul cuor In questo sogno, porto con me di fantasia
Il ricordo e l’amor rivedo sempre che ho per te. La mamma mia. Ho messo nella bisaccia Uomo!… uomo!
Un pugno della mia terra Uomo!… Uomo! mi serve a conservare cosa fai la gioventù più bella. non è vero
non è vero che te ne vai. Uomo!… uomo! Uomo!… uomo! Uomo!… uomo! Uomo!… uomo!
cosa fai (ripetere sfumando) non è vero ,non è veroche te ne vai.  
 
LA NINA NONNA a Gesù Bambino”
Questa nota introduttiva vuole essere un omaggio all’autore dell’opera “La nina nonna” (personaggio, purtroppo, a noi sconosciuto) e un invito alle generazioni future, affinché essa sia conosciuta, divulgata e conservata.
Si presume che il testo risalga, con il motivo, alla fine dell’800.
E’ stato un miracolo poter recuperare il testo (tratto da una copia in mio possesso, logorata dal tempo) invece, per la parte musicale, ci siamo affidati ai miei ricordi.
Personaggio chiave del restauro, al quale va la mia stima e simpatia, è stato il M° Enzo di Somma da Avellino che, con pazienza certosina, scrivendo e provando nota per nota, è riuscito a ricreare la melodia di un tempo.
Ora che l’opera è completata, ciascuno di noi è invitato a trattarla con rispetto, in omaggio a quanto i nostri padri ci hanno tramandato.
E’ per questo che rivolgo una calorosa preghiera al Sindaco di Poggio Sannita, affinché faccia conservare l’opera nel Comune e la faccia inserire nei programmi didattici delle scuole in modo che nel periodo natalizio, gli alunni avranno la possibilità di imparare le parole e di cantarla.
Il componimento ha il dono della immediatezza e felicemente arriva al cuore, suscitando valori e sentimenti di ogni tempo.    
Testo "LA NINA NONNA a Gesù Bambino”
Ahi dove amor ti spinge, o mio diletto! e come in questo fien trovi ricetto? Ma tu gemi: e già tu tremi
Di rigore! Ahi mio bambin Vieni e t’assonna;ti scalda nel mio seno, e fa la nonna. Mi guardi, e poi sospiri! Ah mio Signore,
intendo che vuoi dirmi; e freddo il core! M’al tuo sguardo già tutt’ardo, tutto avvampa ormai per te. Caro ti assonna;
riposa in questo core, e fa la nonna. Ai flagelli, alle spine, ed agli estremi! Tormenti pensi forse, e perciò tremi?
Ah! Bambino tenerino, alla croce non pensar. Per or ti assonna,sicuro in questo petto, e fa la nonna.
Non più temer di me. Qual fui non sono, se fia che ai falli miei rech’il perdono. Io t’imploro or che ti adoro
In tua culla o mio Gesù; quindi ti assonnaDolce bambino mio, fatti la nonna so che dormir non dei, se non nel seno!
D’un innocente o d’un pentito almeno. Son pentito, son contrito; già alla colpa io sento orror. Perciò ti assonna,
Caro bambin Gesù, fatti la nonna. Accetta il mio dolore, e quando oh Dio il sonno tuo fia dolce al pianto mio!
Mai lasciarti, sempre amarti ti prometto o mio Bambin!
Dunque ti assonna, chiudi le belle luci e fa la nonna.
Anonimo dell’800